Aggiornamento continuo: il segreto per evitare l’obsolescenza clinica
di Redazione
25/04/2025
Nel settore sanitario nulla resta immobile e uguale a sé stesso: ogni anno la ricerca scientifica introduce nuove terapie, tecnologie diagnostiche più avanzate e protocolli clinici aggiornati.
In questo contesto, l’aggiornamento professionale rappresenta una condizione imprescindibile. Per medici, infermieri e operatori significa mantenere competenze adeguate, offrire cure efficaci e sicure, rispettare gli standard internazionali e contribuire a un sistema sanitario capace di rispondere con qualità e affidabilità alle esigenze dei pazienti.
Oggi questo percorso è reso più accessibile dalla formazione a distanza: esistono portali specializzati e accreditati, come ad esempio questo provider che consente di conseguire crediti ECM online attraverso programmi strutturati e certificati, rendendo l’aggiornamento compatibile con i tempi e le esigenze della pratica quotidiana.
Il sistema ECM italiano e il modello svizzero a confronto
In Italia, l’Educazione Continua in Medicina (ECM) è lo strumento che assicura l’aggiornamento obbligatorio per tutte le professioni sanitarie: medici, infermieri, tecnici e operatori del settore. Introdotto con il Decreto Legislativo 502/1992 e avviato nel 2002, il sistema definisce obiettivi formativi nazionali e stabilisce il numero di crediti da conseguire in ciascun triennio. L’obiettivo è duplice: garantire competenze aggiornate ai professionisti e rispondere in modo efficace alle esigenze del Servizio sanitario nazionale. La formazione continua non riguarda soltanto la crescita individuale, ma comprende anche competenze cliniche, tecniche e manageriali, da aggiornare lungo tutto l’arco della carriera. Interessante il confronto con la Svizzera, dove dal 2007 la Legge federale sulle professioni mediche universitarie (LPMed) impone l’aggiornamento costante a chiunque eserciti, indipendentemente dall’iscrizione a società scientifiche. Il modello prevede 50 crediti verificabili e 30 ore di studio individuale ogni anno, registrati tramite autocertificazione. Dopo tre anni viene rilasciato un diploma che certifica l’adempimento formativo. Il titolo è gratuito per i membri delle società specialistiche, un incentivo che favorisce la partecipazione.Le sfide del sistema sanitario: cronicità, invecchiamento e innovazione
Il contesto italiano rende l’aggiornamento ancora più urgente. L’indice di vecchiaia ha raggiunto quota 199,8 (quasi due anziani ogni giovane sotto i 15 anni) e potrebbe superare quota 300 entro il 2050. L’invecchiamento comporta un aumento delle patologie croniche: oggi interessano il 40,5% della popolazione (24 milioni di persone) e circa 12 milioni soffrono di multicronicità. Le malattie più diffuse sono ipertensione, artrosi, osteoporosi e diabete. La spesa sanitaria legata alla cronicità ammonta a 66,7 miliardi di euro, con stime che parlano di 70,7 miliardi entro il 2028. Solo nel 2022, l’assistenza di lungo periodo ai non autosufficienti ha rappresentato l’1,7% del PIL. In questo scenario, l’aggiornamento professionale garantito dall’ECM diventa essenziale per introdurre le migliori pratiche cliniche, adottare protocolli aggiornati e utilizzare nuove tecnologie in sicurezza. È anche un obbligo deontologico: il professionista sanitario deve integrare nella pratica quotidiana le conoscenze più recenti, tutelando i pazienti ed evitando conflitti di interesse.Una risposta alla carenza di personale
Oltre alla sfida dell’invecchiamento e delle malattie croniche, l’Italia deve fare i conti con una carenza di personale sanitario. Le stime parlano di una mancanza di oltre 3.600 medici di medicina generale entro il 2025. In questo quadro, rendere più efficace l’aggiornamento continuo diventa una leva strategica: migliorare e ampliare le competenze del personale già attivo può ridurre l’impatto della carenza di risorse e garantire standard assistenziali più elevati.Formazione continua come garanzia di sostenibilità
L’aggiornamento ECM non è solo un vincolo normativo, ma un investimento per la sostenibilità del sistema sanitario. Formazione strutturata, valutazione delle competenze e capacità di adattamento alle nuove tecnologie evitano l’obsolescenza clinica e rafforzano la sicurezza delle cure. Il successo del modello dipende da tre fattori chiave: normative chiare, incentivi adeguati e una cultura professionale che riconosca la formazione continua come parte integrante della pratica medica moderna. Solo così sarà possibile affrontare le sfide di un Paese sempre più anziano, con bisogni sanitari complessi e in rapida trasformazione.Articolo Precedente
Chimica e metalli preziosi: come la scienza trasforma la materia in valore
Articolo Successivo
Fisco e imprese: quali sono gli errori più comuni (e come evitarli)
Redazione