Oro o Criptovalute: qual è l’asset che si è dimostrato più resiliente nel 2020?

Il settore finanziario è, da sempre, quello a cui volgono lo sguardo la maggior parte dei cittadini italiani, al fine di rivalutare i risparmi faticosamente accantonati. L’attuale contesto, però, invita alla prudenza. L’avvento della pandemia, infatti, ha creato una situazione economica piuttosto incerta, che si è riflessa, in parte, anche nel mondo finanziario.

Quanto è avvenuto nel mese di marzo, all’indomani del primo lockdown decretato dal governo italiano, è stato uno shock finanziario di portata elevata, con ritracciamenti piuttosto significativi anche in una sola seduta di borsa aperta. Uno storno, seppur parzialmente rientrato nelle ultime settimane dopo l’annuncio della scoperta del vaccino, che ha portato molti risparmiatori a trasferire i propri risparmi in un “bene rifugio” come l’oro.

Perché l’oro è considerato un bene rifugio?

Esso, infatti, è storicamente considerato un asset anticiclico, in grado di dimostrare la propria forza e valenza soprattutto nei momenti di crisi. L’approccio al mondo dell’oro può avvenire nei modi più disparati, dal classico acquisto dei lingotti d’oro, come ben esplicato in un articolo apparso su l’autorevole Foyhotech.it, sino a quello più evoluto mediante il trading online.

L’oro, infatti, è la materia prima del mercato delle commodities, il suo valore oscilla giorno dopo giorno e si può acquistare tramite alcuni strumenti finanziari diventati di grande utilizzo tra i risparmiatori di tutto il mondo, come gli ETF e i CFD: i primi sono dei fondi a gestione passiva, con costi decisamente inferiori rispetto ai fondi comuni di investimento proposti allo sportello bancario, mentre i secondi sono dei contratti che consentono di “scommettere” sull’andamento del metallo giallo, consentendo di guadagnare anche in caso di ribasso.

Essendo un bene materiale estratto in misura decisamente inferiore rispetto alla domanda di mercato, l’oro ha mostrato una forte resilienza soprattutto nei momenti in cui i mercati hanno fatto segnare dei pesanti segni al ribasso: non c’è da stupirsi, di conseguenza, se nel mese di marzo abbia fatto registrare un ottimo aumento del proprio valore, ad ulteriore testimonianza della propria valenza “anticiclica”.

In questo anno funesto, però, un altro asset finanziario si è dimostrato decisamente anticiclico, nonostante abbia fatto segnare dei ribassi nel momento in cui è iniziata l’emergenza sanitaria: le criptovalute. Per quei pochi che ancora non le conoscessero, esse sono delle monete virtuali, di cui se ne può entrare in possesso solo ed esclusivamente tramite la grande rete telematica.

Bitcoin nuovo bene rifugio?

Il ricorso a questo strumento finanziario è cresciuto notevolmente negli ultimi dieci anni, creando un dibattito assai frizzante all’interno della comunità finanziaria mondiale: alcuni esperti, infatti, sono decisamente scettici sul loro futuro ed affermano che sarà un fenomeno destinato ad esaurirsi; altri, invece, sostengono che le criptovalute rappresentano il futuro del mondo dei pagamenti e non a caso, come nel caso di Microsoft, vengono già utilizzate come strumento di pagamento per l’acquisto di alcuni prodotti disponibili online.

A giudicare dal loro andamento nel corso di questo orribile annata, questo asset sembrerebbe destinato ad un futuro piuttosto radioso, spinto anche dal ricorso massiccio alla tecnologia per rispettare le disposizioni impartite in ambito sanitario.  L’esempio più lampante, in tal senso, lo fornisce il Bitcoin, la criptovaluta più famosa nel mondo del trading online: nell’arco degli ultimi dodici mesi, il valore di questo asset finanziario è aumentato del 106%.

Un altro dato, però, fa capire come il Bitcoin, perlomeno in questa fase, venga percepito come un bene estremamente di valore. Dopo la scoperta del vaccino, i mercati azionari sono letteralmente schizzati verso l’alto. E mentre l’oro ha lasciato sul terreno circa il 3%, il Bitcoin si è apprezzato di un ulteriore 13%.